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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

15 agosto 2011

Il cuore gli gronda sangue ...

... ma il suo è sangue di coccodrillo o, se vuoi, di caimano perché i grandi patrimoni come il suo non vengono toccati dalla manovra lacrime e sangue.

A confortarci rimangono solo i manifesti, gli annunci mai realizzati, i sogni che un grande imbonitore sostenuto dalle grancasse di regime ha regalato agli Italiani creduloni. 

VERGOGNA!




























Adesso ci dice che il cuore gli gronda sangue! 
A noi no, perché ci ha già svenati!

11 agosto 2011

Chi pagherà i costi di questa crisi? Quelli che hanno pagato sempre!

Non sono un economista ma so far di conti. Un governo e una maggioranza che, in una fase acuta di una crisi a lungo negata, mostrano di avere a cuore la salvaguardia dei grandi patrimoni, la difesa delle rendite spesso parassitarie, la protezione dei privilegi di casta, sono un governo e una maggioranza di m....

Anni fa chiedevo ad un odontoiatra con tre studi ben avviati in tre centri urbani limitrofi, perché fosse intenzionato a lasciare il lavoro per darsi alla politica. Mi rispose che lo faceva per arricchirsi presto senza lavorare. Adesso è alla quarta legislatura e se non è tornato al suo lavoro significa che la funzione di parlamentare è di gran lunga più redditizia dell'attività precedente, anche se non si considera ancora soddisfatto.

Per uscire dalla crisi e avviare il risanamento del debito pubblico, non si può pensare di smantellare le protezioni dello stato sociale. Significherebbe dissanguare e portare sul lastrico milioni di famiglie. Occorre, invece, allargare le protezioni a tanti lavoratori precari e disoccupati che ne sono esclusi prendendo il denaro là dove si trova in abbondanza: nei grandi patrimoni, a cominciare da quello del presidente-imprenditore, nelle rendite parassitarie, smantellando i privilegi di casta, riformando il sistema della rappresentanza politica a tutti i livelli, colpendo seriamente l'evasione, la corruzione e i patrimoni mafiosi, vendendo parte del patrimonio immobiliare pubblico, specie se scarsamente qualificato e sfruttato.
Un governo serio e responsabile approfitterebbe della crisi per avviare in questo modo il risanamento e favorire lo sviluppo e la crescita investendo parte delle risorse nella messa in opera di interventi infrastrutturali per la salvaguardia dell'ambiente, del territorio, delle ricchezze monumentali, nei servizi, nella scuola, nella ricerca.
Sembra logico e urgente ciò che dico a tutte le persone di buon senso ma non sono le scelte che potremo attenderci da questo governo. Lì ci sono fior di economisti che hanno intravisto nei tagli al sistema assistenziale e pensionistico gli strumenti per risolvere il problema accrescendo gli squilibri e aumentando il conflitto sociale. 

AUGURI - CONTINUATE A GIOCARE COL FUOCO!
IL PAESE VI GUARDA E SI APPRESTA A PRESENTARVI IL CONTO

06 agosto 2011

La politica va in vacanza ... e il Paese già respira

Ma ci pensate ... la fortuna! Per un mese non vedremo le loro facce insopportabili; non sentiremo le loro parole invadenti e stonate; non assisteremo ai loro osceni teatrini. Nel bel mezzo della tempesta finanziaria vanno in vacanza e per i cittadini è come una tisana, una boccata d'ossigeno, un refrigerio. 

Non vedere e non sentire per 4 settimane Brunetta, Cicchitto, Gasparri, Quagliariello, Capezzone, Bossi, Reguzzoni e compagnia cantante; non assistere alle comparsate del loro burattinaio e delle sue belle, elevate a rappresentanti del popolo, sarà una vera fortuna, una manna che ci inonda solo una volta all'anno. 

A dire il vero, non ci mancheranno molto neanche gli esponenti dell'opposizione parlamentare che non riescono a cantare in coro.
Solo Tremonti - peccato! - rimarrà chiuso nel suo ufficio per punizione: dovrà rivedere i conti e farli coincidere con quelli del committente. Lavoro immane e improbo!

Chissà che anche la borsa e i mercati non traggano qualche giovamento dalle loro ferie! 
Ce lo auguriamo di vero cuore.

02 agosto 2011

Il Paese in una morsa micidiale: tra gli attacchi della speculazione finanziaria e l'estrema debolezza della politica

L'Italia sta vivendo una fase veramente drammatica, tra una classe politica impallata - che non riesce a prendere decisioni efficaci e radicali sul piano economico, dell'equità e dello sviluppo - e gli attacchi della speculazione finanziaria che manifesta una sfiducia crescente riguardo alle capacità del nostro Paese di produrre una vera svolta verso il risanamento economico e aprire una nuova fase virtuosa coinvolgendo nei sacrifici necessari tutti i cittadini, ciascuno in relazione alle proprie possibilità e condizioni. 

Dopo averci raccontato per troppo tempo che la crisi è passata, che stiamo meglio degli altri, che i nostri conti sono in ordine, che l'economia italiana tiene, solo adesso, dinnanzi ai rovesci della borsa, alla fuga dei capitali, all'aumento dello spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, la maggioranza al governo si accorge che balliamo sul Titanic che sta affondando.
Nessuno di loro sembra disposto a riconoscere le proprie responsabilità scaricandole comodamente sugli altri: la Lega sul PDL, Berlusconi su Tremonti, l'opposizione sulla maggioranza e sul governo, Scilipoti su Di Pietro e così via. 

Neanche il PD, a dire il vero, è in buona salute: dopo aver predicato bene contro questa destra irresponsabile e arruffona capeggiata da Berlusconi, si trova gravemente impelagato nella vicenda delle mazzete miliardarie di Penati, suo esponente di spicco a Milano, e in tanti altri piccoli episodi inqualificabili di malapolitica.

Il Paese è allibito e non vede via d'uscita in tempi brevi da una situazione di pericolosissimo stallo: una maggioranza arroccata, capace soltanto di far passare in parlamento le vergognose leggi che servono urgentemente al premier per sfuggire ai suoi processi, e un'opposizione che, vissuta per anni all'ombra dell'anomalia berlusconiana, non ha saputo rinnovarsi per rappresentare agli occhi degli Italiani la vera alternativa.

Non si capisce ormai cosa si possa sperare, quale sia il male minore, a quale santo votarsi. Personalmente sono convinto che l'uscita di scena di questo governo, che ci ha portati allo stato in cui siamo, potrebbe creare le condizioni per rasserenare le acque e favorire una presa di coscienza di maggioranza e opposizione sui gravi rischi che corre il Paese, per produrre finalmente quei pochi provvedimenti urgenti che possano avviare il cambio di rotta ormai improcastinabile, o la discontinuità, come dicono le parti sociali.

Ma questo non succederà pacificamente. Soltanto se il Titanic tocca il fondo e il Paese trova ancora la forza di ribellarsi al malgoverno e alla malapolitica dilagante, dopo un perido di commissariamento da parte di un governo tecnico guidato da un uomo fuori dai giochi di Palazzo, indicato dal Presidente, si potrà tornare a votare in un clima diverso.
Ma a quel punto l'Italia sarà ancora un Paese avanzato, libero e democratico?

Domani, intanto, il premier in parlamento dirà che tutto va bene madama la marchesa? E che la crisi percepita è solo virtuale, prodotta dai nemici dell'Italia: la stampa di sinistra, l'opposizione irresponsabile, la speculazione internazionale e, magari, i giudici rossi? 

Possibile! Ma sarebbe il colpo di grazia inferto ad Paese ormai in ginocchio!

01 agosto 2011

Perché anch'io voglio ricordare Giuseppe D'Avanzo

Ezio Mauro ne parla come di un punto di riferimento, Michele Serra racconta il suo coraggio che non lo faceva arretrare davanti a niente e nessuno, per Eugenio Scalfari è stato l'editorialista più lucido di quanto è accaduto in questo Paese negli ultimi vent'anni.
A noi, assetati di verità e giustizia, che nelle pagine di Repubblica abbiamo cercato la sua firma, mancheranno le sue analisi documentate nel dettaglio, la sua profondità di giudizio, le sue denunce civili, la sua critica tagliente e appassionata, la sua scrittura raffinata e precisa.

Se n'è andato prematuramente un giornalista dalla schiena dritta come pochi e si comprende perché accade nel silenzio di tanti pennivendoli e di altrettanti dipendenti di un potere politico volgare e corrotto che intende dare la linea a giornali e TV per diffondere la propria pseudo verità fatta di arroganti bugie, di vergognose mistificazioni, di aggressioni biliose e violente.
Si capisce perché gli esponenti di questa maggioranza e della stampa ad essa vicina non soffrano per tanta perdita.

Noi che dalle pagine firmate D'Avanzo su Repubblica abbiamo potuto conoscere tanti risvolti di altrettante verità scabrose al limite dell'incredibile, ci auguriamo che i suoi articoli, incheste e approfondimenti vengano adeguatamente collezionati, raccolti e ristampati anche per quanti non hanno avuto la fortuna di leggerlo in prima battuta.

Addio Giuseppe, uomo vero prima che giornalista autentico!

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