I comportamenti del nostro Silvio negli ultimi mesi costringono a qualche raffronto con quelli tenuti dal povero Michele Misseri nel processo per l'uccisione e l'occultamento del cadavere della nipote Sarah Scazzi, avvenuti il 26 agosto 2010.
Dopo aver ritrovato il cellulare di Sarah, il 6 ottobre zio Michele confessò l'omicidio della nipote, indicando alle forze dell'ordine il luogo dove aveva nascosto il cadavere. Nei giorni successivi ritrattò la confessione iniziale diverse volte, finché il 15 ottobre confermò i sospetti degli inquirenti sul coinvolgimento della figlia Sabrina. Il 6 novembre infine Misseri cambiò ulteriormente la versione attribuendo l'omicidio alla figlia e dichiarando di essere stato chiamato da Sabrina dopo la morte di Sarah per aiutarla a occultarne il cadavere.
Il 5 dicembre 2012, in un'udienza alla Corte d'assise di Taranto, rispondendo alle domande del legale di sua figlia Sabrina, Michele Misseri confessa tra le lacrime di essere colpevole per l'omicidio della nipote. Dopo queste dichiarazioni, il suo difensore rimette il mandato rinunciando a difenderlo.
Come zio Michele, Silvio nostro da mesi ormai tiene sulla corda quello che fu il suo partito fra primarie sì, primarie no, primarie forse; mi candido, non mi candido, forse mi candido. Con il PDL, con un'altra lista con un altro nome e un'altra faccia, torno forse a Forza Italia. Un vero bailamme che ha costretto il povero Alfano a prese di posizione, cambiamenti di rotta e giravolte assai patetiche.
Finalmente decide che si candida accusando l'Europa, la Merkel e il governo Monti - che sostiene da un anno in parlamento - di ogni nefandezza. La sua ridiscesa in campo con i toni populistici che gli sono congeniali, ha sollevato un putiferio in Italia, fra i suoi che appaiono più squinternati che mai; nel campo avverso che non capisce dove voglia andare a parare; in Europa e nel resto del mondo dove riprende il leitmotiv sul vecchio clown che, con i suoi problemi giudiziari e aziendali, condiziona la vita e il futuro del nostro Paese.
Nel corso del suo intervento alla presentazione del libro di Bruno Vespa, l'uomo della Provvidenza ha ipotizzato via via un centrodestra con candidato premier Monti, Alfano, Montezemolo e poi se stesso, evidenziando la grande confusione sua e del centrodestra che intende ancora rappresentare.
Ma se nel contadino di Avetrana c'è il desiderio di scagionare la moglie e la figlia dall'accusa di aver commesso l'orrendo omicidio della povera Sarah, nel nostro c'è soltanto un cupio dissolvi, la voglia di annichilimento di chi vuole minacciare 'dopo di me, il diluvio'.
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