
Pur essendo consapevole della grandezza del nostro patrimonio culturale (artistico e scientifico, meno della nostra complessiva vicenda storica), della bellezza del nostro paesaggio, degli esempi dei grandi che, fulgidi, costellano il nostro passato, ho sempre pensato che da ogni cultura ci fosse sempre qualcosa da imparare. E mi sono, perciò, considerato cittadino del mondo, aperto e disponibile verso quanto di buono veniva da fuori. E più volte nella mia vita ho criticato l'italietta in cui vivevo, sbiadita immagine di un passato glorioso.
Tutto questo é accaduto e accadrà ancora. E vedremo ancora, insieme alle donne, tanti uomini in piazza; ascolteremo l'incitamento, talvolta confuso ma appassionato nella sua leggerezza, di Benigni; sentiremo cantare dai ragazzi e dalle mamme ai loro piccoli chiamami ancora amore finché questo Paese, che ha ormai toccato il fondo, non avrà risalito la china per poter gridare, gridare un FINALMENTE !!! lungo e forte come un boato.
Perché, tutto sommato, quest'Italia in cui siamo nati, noi l'amiamo! A dispetto e vergogna di quanti la infangano, anche dall'alto dei loro scranni.
Perché, tutto sommato, quest'Italia in cui siamo nati, noi l'amiamo! A dispetto e vergogna di quanti la infangano, anche dall'alto dei loro scranni.
Leggi anche Don giovanni all'inferno e Benigni in paradiso, di Eugenio Scalfari
Roberto Vecchioni vince il festival di Sanremo
Se non ora quando? Adesso!
Il pensiero di Gramsci recitato da Luca e Paolo è un'altro momento forte di questo Sanremo.
RispondiEliminaLeggo e rileggo ancora:
L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
L’indifferenza è il peso morto della storia.
È la materia bruta che strozza l’intelligenza...
Di fronte a quest'Italia così mal messa, penso come è grande l'indifferenza di chi governa e di chi è governato e di chi accetta ancora il carroccio.
Anch'io vorrei poter dire che ogni cosa non è dovuta al caso, ma è intelligente opera dei cittadini.