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13 giugno 2010

RESISTERE RESISTERE RESISTERE

Non solo l'opposizione parlamentare di cui si potrebbe dire che fa il suo mestiere; non solo la stampa libera, i magistrati, i rappresentanti delle forze dell'ordine e i blogger che potrebbero apparire parte in causa, ma pezzi importanti della società civile, fior di intellettuali, costituzionalisti insigni, ex presidenti della Corte costituzionale del livello di Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky, ex presidenti della Repubblica, premi Nobel italiani e stranieri hanno stigmatizzato gli effetti rovinosi di una legge che, con la scusa di voler tutelare la privacy, conculca diritti primari della persona quali quello di informare ed essere correttamente informati, anche sulle malefatte dei potenti e dei loro associati, e quello, altrettanto importante, alla sicurezza.

Dario Fo sul suo blog afferma di essere deciso a firmare articoli rischiando anche di andare in carcere sostenendo che "in un paese come il nostro, finire in cella è un onore. Se pensi che chi invece dovrebbe finir dentro è al potere"  

Margherita Hack, in un'intervista sull'Unità sostiene che La disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà. Se un vostro articolo dovesse violare la legge, pubblicatelo pure con il mio nome.
Concita De Gregorio, ospite presso l'Associazione della Stampa Estera a Roma, ha cercato di spiegare con estrema difficoltà ai corrispondenti stranieri In Italia, il senso della legge-bavaglio e il bisogno che mostra il governo di vederla approvata in tempi rapidi.

Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano, nell'intervista all'Unità "Il potere politico attacca informazione e giudici perché garanti della legalità" sostiene che il potere della magistratura è eccentrico rispetto ai programmi ed agli interessi di chi governa, ed è la Costituzione che ha scelto questo modello di magistratura: siamo sottoposti solo alla legge. Gli attacchi hanno passato il segno da tempo e messo in crisi il principio della separazione dei poteri. Meriterebbero, forse, una risposta istituzionale adeguata al più alto livello. (...) Viviamo anni difficili. Le cose cambieranno, non possono non cambiare. Dobbiamo avere fiducia.

Non c'è alcun dubbio che le cose cambieranno ma occorre valutare in quale direzione: se verso lo smantellamento della Costituzione e dell'Ordinamento democratico, dei diritti civili e politici, degli Organi di tutela e garnzia, o verso il ripristino di una democrazia piena e compiuta.
Per quest'ultimo obiettivo occorre unire urgentemente le forze di tutti gli autentici democratici e 'imbracciare' di nuovo (chi l'averbbe detto 63 anni dopo l'entrata in vigore della nostra Costituzione) le parole d'ordine di una RESISTENZA CIVILE per liberare il Paese da un regime che potrebbe essere nella sua fase nascente o avere raggiunto il culmine e dare gli ultimi rantoli.

L'evoluzione della situazione dipende esclusivamente da NOI!

Con un sistema di potere corrotto e corruttore, che ammorba l'etere e avvelena i pozzi, non si possono stabilire contatti o avviare intese nell'intento di limitare i danni. Occorre combatterlo senza SE  e senza MA fino al crollo completo e definitivo per le sue stesse contraddizioni, in primis quella di chiamarsi spudoratamente popolo della libertà.

Nel suo intervento al Senato, il senatore Pardi invita alla disobbedienza civile.

In una nota su FB, don Paolo Farinella sostiene che la misura è colma e invia una SEGNALAZIONE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA CONTRO SILVIO BERLUSCONI PER IL REATO DI ATTENTATO ALLO STATO

Un giovane studente universitario pubblica su LeG una lettera aperta al Presidente della Repubblica perchè ci aiuti a non aver paura.

E ancora Privacy, trasparenza e diritto di sapere di Stefano Rodotà.

Roberto Saviano La difesa della democrazia.


Margherita Hack contro la legge bavaglio


Contro chi attenta all'Ordinamento democratico e alla Costituzione, resistere è un imperativo morale oltre che un dovere civile!

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