Stiamo attraversando qualcosa di più serio di un semplice «ciclo negativo» dell’economia. È la Grande Contrazione: questo termine dà l’idea di un disastro che rimpicciolisce tutto il mondo a cui eravamo abituati.
Questa è la frase più angosciante e disperata che ho trovato finora nel bel saggio Alla mia Sinistra di Federico Rampini, che sto leggendo. Il bravo giornalista nel suo ultimo libro ci offre uno spaccato degli errori della sinistra che nell'Occidente globalizzato ha dismesso i suoi valori per rincorrere le posizioni della destra, nel vano tentativo di limitare i danni derivanti al mondo del lavoro, della produzione e del welfare.
Per non parlare dei concetti che Michele Serra nella sua Amaca quotidiana mette in bocca all'amico ben introdotto: L’economia, soprattutto l’economia finanziaria, è diventata un’entità così smisurata che governarla è poco più di una scommessa. Non so se riusciremo mai più a metterla sotto controllo. La risposta sibillina gli rievoca i pensieri e le angosce che nell'epoca dei due blocchi contrapposti produceva in tutti noi il possibile uso della bomba atomica e la paventata reazione a catena.
Sempre più forte si fa l'impressione che gli organismi statali tradizionali non riescano più a tenere sotto controllo la finanza globale. Per quanto ci riguarda, sembra ormai chiaro che l'attacco alle economie più deboli dell'Europa sia finalizzato a colpire l'euro e tutto il sistema economico basato sulla moneta unica. C'è da augurarsi che i tentativi di risanare le nostre economie riescano nell'intento dando agli interventi lacrime e sangue un esito positivo. Viceversa, se il fallimento fosse già scritto nel destino e dovesse saltare la moneta unica, sarebbe quasi meglio arrivare alla meta senza aver prima dissanguato le finanze degli stati e falcidiato i risparmi dei cittadini.
Che dovremo, in ogni caso, ridimensionare significativamente il nostro modus vivendi, non v'è alcun dubbio!