07 settembre 2012

La crisi, la politica e le tasche dei cittadini

Gli effetti della crisi finanziaria ed economica in Italia ci mostrano in tutta la loro plateale rilevanza le inadempienze di una classe politica predona e ottusa, che non ha saputo operare nell'interesse del Paese e ha pensato solo a perpetuarsi al potere lasciando marcire i problemi. Salvo poi, gettare la spugna e lasciare ai cosiddetti tecnici di fare il lavoro sporco

E che quello dei tecnici sia stato un lavoro sporco è sotto gli occhi di tutti. Non sto qui ad indicare gli effetti gravemente recessivi dei loro provvedimenti;  fior di economisti lo fanno puntualmente ogni giorno. Quello che è più grave è che milioni di cittadini, intere fasce sociali si sono impoverite pesantemente fino alla rinuncia drammatica a beni di prima necessità, fino alla fame e alla disperazione mentre una piccola ma significativa minoranza non sa come spendere il troppo denaro e non si fa scrupolo di sprecarlo in modo massiccio  in beni e acquisti spudoratamente voluttuari. 
Sono quelli che si allarmano se sentono parlare di prelievi sui grandi patrimoni e sui redditi milionari e non si curano se la loro riottosità contribuisca a buttare nel lastrico milioni di famiglie. Poi, magari, si meravigliano se i Tedeschi ed altre nazioni più fortunate si rifiutano di intervenire a favore dei paesi in difficoltà come il nostro. E non capiscono perché il 45% degli elettori intenda disertare le urne mentre crescono i consensi al movimento capeggiato da Beppe Grillo che della lotta aperta e senza quartiere alla partitocrazia ha fatto il suo cavallo di battaglia. 

La rabbia dei cittadini contro questa classe politica è tale che in tanti, pur di allontanarla dalle leve del potere, sono pronti ad affidarsi ad un comico verboso e parolaio e ad una moltitudine di sconosciuti, presumibilmente onesti. 

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