Il 16 maggio del 2009 pubblicavo un post dal titolo SUFFRAGIO UNIVERSALE: un pensiero mi arrovella! che invito a ri-leggere. In esso riflettevo sugli esiti non proprio esaltanti del suffragio universale, una grande conquista di democrazia che ha contribuito nel tempo a fossilizzare la democrazia stessa.
Per attivare il diritto di voto, dunque, oltre al raggiungimento della maggiore età, occorrerebbe dimostrare di essere cittadini maturi e consapevoli. Ciò potrebbe accertarsi attraverso una serie di test e prove facilitate per anziani e disabili. In mancanza di tali requisiti, si renderebbe necessario frequentare dei corsi gratuiti di formazione civica e socio-politica al termine dei quali rifare la prova.
Il certificato elettorale, rinnovabile ogni dieci anni previo superamento della prova, dovrebbe somigliare ad una sorta di patente a punti che attribuisca un peso differenziato al voto, da 1 a 10.
Un esame ben più impegnativo dovrebbero, a mio avviso, superare quanti si accingano a candidarsi ai vari livelli del Governo della Cosa Pubblica. Non solo dovrebbero dimostrare di conoscere gli ingranaggi strutturali del sistema ma anche sottoporre a verifica le specifiche competenze di cui siano in possesso.
Insomma, prima di dare il proprio voto, occorre che l'elettore consapevole sappia chi è il candidato, cosa ha fatto nella vita e cosa intenda fare una volta eletto.
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