Citando il Financial Times, che indica il pericolo rappresentato da Silvio Berlusconi per l'Italia, Repubblica sembra condividere la proposizione che non si tratti di un altro Mussolini. Anch'io sono dello stesso parere. Non ha la stoffa dell'uomo di Stato e di governo, per quanto discutibile e condannato dalla storia, è solo un parvenu eccessivamente ricco cui il potere ha dato alla testa, togliendogli completamente il senso della misura e del limite, fino al punto di credere, o immaginare, di potere comprare tutto col denaro; anche la coscienza e il decoro, che sono beni indisponibili sul mercato, assolutamente inalienabili. Temo, invece, che col beneplacito degli italiani, ai pericoli paventati dal'importante quotidiano inglese se ne debba aggiungere un altro, assai grave: che il premier italiano, in presenza di un'opposizione incerta e di istituzioni deboli, forte di una maggioranza piegata ai suoi voleri, possa portare il paese al tracollo finanziario e alla bancarotta (i segnali già presenti sono allarmanti). Allora (non voglio pensarci) dalle viscere del paese devastato potrebbe apparire l'"uomo forte", l'"agente della provvidenza", in grado di riportare "ordine e legalità".
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Ti ringrazio, Victor