... come le zanzare fastidiose e persistenti e le mosche spudoratamente petulanti nelle ore afose e umide delle giornate estive.
I Cicchitto, le Santanchè, gli Stracquadanio, anche il Brunetta, imperversano negli spazi della RAI ancora sotto il controllo della Lei, e in quelli Mediaset dominati dal ritorno in scena del padrone non ancora domo. Vengono a propinarci le loro ricette di buon senso, per battere la crisi acuita - a loro dire - dal governo dei tecnici. Che loro, a parole sostengono, ma nei fatti detestano come un'anomalia insopportabile che ha usurpato il potere all'unto del Signore.
Questi pregusta già la rivincita e il rientro nel suo regno con tutti gli onori. Dopo aver tentato inutilmente di approdare ipso facto alla repubblica presidenziale con l'elezione diretta del capo dello Stato, ha mandato all'aria le primarie proposte dal suo segretario, ex delfino, considerandosi l'unico rappresentante dei moderati cui il popolo avrebbe garantito la premiership. Fallito miseramente anche questo tentativo per i mugugni più o meno rumorosi di una parte cospicua del suo entourage, adesso si propone come ministro dell'economia in un governo presieduto dall'Angelino. Così non dovrà più contrastare con quel Tremonti che si credeva davvero ministro dell'economia.
Dopo la prova, non proprio esaltnte, di Monti e i suoi tecnici, lo sentiremo, pimpante e giovanile come non mai, blaterare di crisi dell'Europa e dell'euro, di fallimento del governo tecnico rivendicando, in una campagna elettorale senza fine, i meriti del proprio governo che aveva tenuto i rossi lontani dalla stanza dei bottoni, e l'impegno per una rivoluzione liberale che finalmente porterà l'Italia fuori dal guado. Con lui, campione del più insostenibile monopolio mediatico!
E tutto questo come se nulla nel frattempo fosse accaduto nel Paese in cui povertà, disoccupazione, squilibri sociali sono aumentati a dismisura.
Gli Italiani non sono scemi del tutto e, dopo 18 anni di favole e illusioni, sono certo che lo manderanno finalmente a quel paese.
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