16 febbraio 2012

Lettera aperta ad Adriano Celentano


Carissimo Adriano, 
io non so quale sia la molla che ti spinga a monopolizzare spazi pubblici multimediali per diffondere il tuo messaggio. 
Lo fai per far conoscere al mondo le tue verità inappellabili senza contraddittorio? Questo non lo faceva neanche Gesù Cristo che, molto spesso, accettava il confronto. 
Lo fai perché, avendo una grande popolarità come cantante, pensi che i tuoi monologhi meritino lo stesso apprezzamento? Non ti sembra questa un'ambizione velleitaria? 
Lo fai per toglierti qualche sassolino dalle scarpe e praticare qualche facile vendetta?  Non voglio crederci, perché un buon cristiano sa che il vangelo invita a porgere l'altra guancia. 


Allora perché, tu che riesci a diffondere magnificamente i tuoi ideali tramite la musica e le canzoni, vuoi scendere nella fossa dei leoni dalla quale solo Daniele si salvò miracolosamente? 

Caro Adriano, la tua musica e i tuoi testi trasferiscono al vasto pubblico un messaggio immediatamente comprensibile e dai più apprezzato; le tue parole a ruota libera, invece, suonano come deliri inaccettabili e risultano incendiarie e divisive. 

Tralascio, in proposito, le gravi responsabilità di una RAI allo sbando che, pur di riconquistare il grande pubblico, ti sfrutta e ti strumentalizza volgarmente.  

Il mio pensiero è rivolto solo a te perché possa riflettere seriamente sugli effetti che producono le tue predicheIo vorrei credere nella tua buona fede e perciò ti dico:
se vuoi continuare a dire qualcosa di buono e utile, fallo con la musica; 
se vuoi fare, anche, qualcosa di cristiano, fallo con le opere. 
La tua  Coscienza

L'interprete musicale apprezzato 

Il predicatore delirante 

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Ti ringrazio, Victor