Su Repubblica di ieri campeggia il bel commento dal titolo Prigioniero di se stesso di Curzio Maltese. Ne riprendo l'incipit e la chiusa: Al culmine di una crisi che rischia di travolgere nell'ordine l'Italia, l'euro, l'Europa e il mondo, il capo del governo trascorre ore di intenso lavoro, chiuso in una stanza con l'avvocato Ghedini, per studiare un decreto ainti-intercettazioni - L'ossessione del premier, in un mondo in fiamme, è salvare quella briciola di apparenza che lo circonda. Per farlo deve censurare se stesso, bruciare le frasi dette e le cose fatte. Il Berlusconi pubblico è atterrito dal Berlusconi privato, e noi da entrambi.
Il tragico clown trema all'idea che le intercettazioni Tarantini-escort diventino di dominio pubblico, perciò vuole correre ai ripari. Non si accorge che ormai si tratta di coprire il sole con un setaccio.
Una citazione merita la squallida barzelletta raccontata dal ministro Sacconi in chiave anti-CGIL al convegno dei giovani PDL. C'è un convento del '600 in cui entrano dei briganti che violentano tutte le suore, tranne una. Il Sant'Uffizio la interroga: Come mai solo lei non è stata violentata? - Perchè io ho detto di no.
Lo specioso ministro è riuscito, in un colpo solo, ad offendere tutte le suore, tutte le donne, tanti uomini e, involontariamente, quegli stessi sindacati che dicono sempre di sì, accettando di partecipare all'orgia governativa.
Un solo, ultimo, richiamo alla crassa ignoranza del trota, il delfino in pectore del senatur. Oltre al giro ciclistico della Padania, il giovane rampollo ha inventato un verbo: prosèguere. Giustamente: da proseguo, non proseguire, ma prosèguere.
Ne prendiamo atto e cercheremo di aggiornarci! Poveri noi!
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