18 giugno 2011

Quando un regime dà gli ultimi rantoli. Perché anche i regimi tirano le cuoia!

Mi chiedo spesso quali effetti produrrà nella sua rovinosa caduta questo regime ormai agli sgoccioli. Come si adatterà il sultano di Arcore a vivere lontano dal potere che ha gestito per quasi un ventennio; dove trascorrerà, e con chi, il crepuscolo della sua esistenza. Che ne sarà degli uomini e delle donne che gli hanno tenuto bordone in politica, negli affari e nell'informazione. Sarei curioso di sapere che ne sarà di Fede, di Vespa, di Minzolini, di Cicchitto, di Gasparri, di Alfano, di Verdini, di Brambilla, di Santanchè, di Stracquadanio, di Brunetta, di Bisignani, di ...!
E le sue aziende, che fine faranno? E le sue donne, troveranno un nuovo e diverso finanziatore? 
E quelli che hanno cantato e cantano ancora meno male che Silvio c'è, come cambieranno il testo della loro canzone? E quelli che lo hanno proposto al Nobel per la pace, a quale personaggio rivolgeranno la loro attenzione per la stessa onorificenza? 
È proprio un mondo di cartapesta che si sgretola, lasciando tanti orfani in carne ed ossa che non riusciranno facilmente a darsi pace.
E poi mi piacerebbe immaginare come reagiranno, nel momento fatidico, i milioni di italiani e italiane che hanno riempito le piazze, che hanno esultato per l'esito delle amministrative, dei ballottaggi, dei referendum.  
Tutta una generazione di giovani è vissuta sotto questo regime che sembrava necessario e ineluttabile. Il vaccino - per usare un'espressione del compianto Montanelli - si è tramutato in una cura da cavallo che ha quasi stremato l'intossicato! 
E dire che sarebbe bastato, all'inizio, far valere il principio che impediva, e impedisce tuttora, a un grande concessionario dello Stato di sedere in parlamento, per evitarci tante offese alla nostra democrazia e tanti danni al nostro Paese!

Adesso rimarrà agli storici l'onere di ricostruire le vicende di questi anni e a qualche pignolo curatore di memorie e biografie, quello di raccogliere tutte le panzane extragalattiche e le volgarità da postribolo; le promesse mirabolanti e le marce indietro; le affermazioni sperticate e le frettolose ritrattazioni invereconde; le aggressioni verbali e non, da parte dei centurioni del regime, a tutti i nemici veri o presunti;  tutte le porcate, insomma, che sono state dette, fatte e scritte, perché possano rimanere ai posteri come memoria di un'epoca che non avremmo voluto vivere. 

Nessun commento:

Posta un commento

Stai per lasciare un commento? Lo leggerò volentieri ma ti chiedo per correttezza di firmarlo. In caso contrario sarò costretto a cestinarlo.
Ti ringrazio, Victor