19 giugno 2011

A Pontida la Lega non stacca la spina. Mica scema!


Sembrava davvero ammosciato lo spadone di Alberto da Giussano, a giudicare almeno dalle parole strascicate del Senatur. In un passaggio del suo discorso, il Capo ha detto che parlare è facile, fare è più difficile. Ad un comune ascoltatore restava, tuttavia, difficile capire il senso di un discorso disarticolato e incerto. Il senatur, in sostanza, ha chiesto un fisco più leggero -  anche se si rende conto delle difficoltà finanziarie dello Stato - da attuare grazie al risparmio derivante dall'uscita dalla guerra in Libia e dal taglio della spesa pubblica. Continua a chiedere il trasferimento di quattro ministeri in padania, per il quale avvierà la raccolta delle firme, seguita dalla raccolta-contro capeggiata dai romanisti Polverini e Alemanno. Sembra accontentarsi, infine, di tre o quattro piccoli interventi a favore del popolo del nord.
La base della Lega sembrava, però, più di lotta che di governo, se punteggiava l'intervento di Bossi con cori continui a base di se-ce-ssio-ne! se-ce-ssio-ne! se-ce-ssio-ne! 
 È intervenuto poi  il moderato Maroni che, democristianamente, si è attribuito il merito di tutto il buono prodotto dal governo e, da perfetto ministro degli interni della Repubblica italiana, ha chiuso con le parole d'ordine: Padania libera e indipendente! 

La manfrina, dunque, continuerà con la Lega di governo che batte la Lega di lotta per 1/0.

E il conto lo paghiamo noi, i soliti noti, a qualsiasi latitudine apparteniamo!

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