22 febbraio 2011

L'Italia: con un occhio guarda al Maghreb e con l'altro osserva incerta le cose di casa

 Mentre si estende l'incendio in tutto il Maghreb con la rivolta popolare che ha abbattuto i regimi di Ben Alì e Mubarak, e si accinge a farlo con quello più violento di Gheddafi (grande alleato tanto apprezzato dal raìs nostrano), l'Italia vive una condizione di stallo incomprensibile.

Il Paese è fermo e sembra non vedere, trattenendo il fiato in attesa che accada quel che deve accadere.

Il nostro, a differenza dei regimi nordafricani, è un governo legittimato dal voto popolare ma profondamente screditato per non avere realizzato quanto promesso; compromesso dagli scandali e dalla corruzione in cui sono coinvolti parecchi suoi membri; fortemente colluso con i regimi di cui sopra a causa di una politica estera disastrosamente miope.
Il parlamento assomiglia a una ciurma impazzita che, mentre la nave affonda, si mostra impegnata a mettere al riparo le proprie scorte nella stiva.  
Il presidente del consiglio resiste credendo di potere, finalmente, portare a termine vittoriosamente il suo ventennale, cruento duello con la magistratura, per guadagnare l'impunità piena per sè e per i suoi sodali.
Il Presidente della Repubblica ammonisce e invita alla moderazione, impegnato a evitare che gli facciano naufragare le celebrazioni dell'Unità, a lui tanto care ma sempre più anacronistiche alla luce della drammatica attualità. 
E molti Italiani osservano allibiti le cose di casa mentre seguono quello che accade a un tiro di schioppo da noi e solidarizzano, solo nel chiuso del loro ambiente domestico, con quelle popolazioni che si stanno liberando dei loro tiranni abbattendone i monumenti. 

Di fronte alla catastrofe incombente, un gruppo di intellettuali propone ai parlamentari delle opposizioni un nuovo Cln per liberare l'Italia dal berlusconismo.
Mentre Libertà e Giustizia invita i cittadini italiani a far sentire la loro voce e chiedere che il governo e il parlamento rifiutino di farsi asservire all’utilità e al potere di un singolo imputato, i più tra noi rimangono inebetiti e paralizzati ad assistere ai sommovimenti epocali di un mondo in profonda trasformazione. Il nostro destino sembra quello di rimanere a guardare come spettatori impotenti l'irreversibile moto della storia che ci passa accanto senza coinvolgerci. 

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