25 settembre 2010

La dignità, caro Cavaliere, è una cosa seria!

Commentando l'apposizione del crisma dell'autenticità da parte dell'estensore, sulla lettera riservata finita sui giornali, il Cavaliere usa il termine dignità. "Se avesse dignità - a suo dire - Fini dovrebbe dimettersi" facendo eco al titolo sparato oggi dal suo giornale "Ed ora vattene".
Io non so cosa debba fare Fini che, però, ha tutto il diritto e, forse, anche il dovere, di difendersi e di denunciare tutte le manovre messe in atto contro di lui.
Per quanto riguarda il Cavaliere, come misuratore della dignità altrui mi fa davvero senso. Se ne conoscesse il senso e ne possedesse un briciolo, di dignità:
  • non sarebbe entrato in politica nelle sue condizioni;
  • non avrebbe condizionato il corso della magistratura sui sui processi con leggi e decreti ad hoc;
  • avrebbe da tempo preso atto dei risultati fallimentari della sua politica che ha ingessato il Paese collocandolo tra gli ultimi della CE;
  • riconoscerebbe la grave responsabilità politica di aver mandato allo sfascio la più solida maggioranza di cui un governo abbia mai goduto e si guarderebbe bene dal raccogliere la spazzatura rimasta disponibile in parlamento;
  • si guarderebbe allo specchio e si troverebbe brutto fuori e inguardabile dentro.
La dignità, caro Cavaliere, è una cosa seria, da evocare con tanta cautela!

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