18 agosto 2010

PER RISALIRE LA CHINA

"Dunque è l’ora, per tutti, di alzare la voce e di gridare l’indignazione per metodi di battaglia politica che investono le massime cariche dello Stato in disprezzo non solo delle storie personali ma della sicurezza e della garanzia delle istituzioni. Questo diceva Napolitano nell’intervista all’Unità. Questo devono chiedere a gran voce tutti gli italiani che vogliano continuare a vivere in un paese libero, democratico e civile".
Così Concita De Gregorio chiudeva il suo editoriale sull'Unità di ieri e in modo simile si era espresso Paolo Flores D'Arcais qualche giorno prima su Il Fatto, considerando complice dell'eversione in atto chiunque non si impegnasse a combatterla attivamente con tutte le forze.
Dopo avere dissolto una maggioranza mai vista nella storia repubblicana, che ha usato esclusivamente a proprio vantaggio e a vantaggio delle cricche di intrallazzatori, cinici arruffoni e approfittatori senza scrupoli che lo circondano; dopo aver lasciato marcire per due anni la situazione socio-economica delle fasce più deboli della popolazione, quelle che sono chiamate a pagare il costo più alto della manovra economica messa in atto dall'inventore della finanza creativa; dopo aver taglieggiato la scuola pubblica, l'università, gli enti di ricerca, d'arte e di cultura; dopo aver massacrato con i potenti mezzi di dis-informazione di cui dispone la terza carica dello stato nonché cofondatore del cosiddetto popolo della libertà, di cui continua a "chiedere la testa" perché reo di non condividere l'uso disinvolto, privatistico e feudale che viene fatto della cosa pubblica; adesso chiede di potere andare al voto subito con la legge elettorale-porcata fatta a sua misura, con il controllo di tutti i media che sappiamo cosa diventano nelle sue mani, con un imponente conflitto di interessi che, anche a fronte del malgoverno sotto gli occhi di tutti, potrebbero consentirgli di vincere ancora.
Per questa ragione i suoi scherani attaccano il Capo dello Stato che ha lasciato intendere chiaramente di non essere disposto a piegarsi all'idea balzana e strumentale che manifestano in fatto di "sovranità popolare". Fa bene Napolitano a ribadire che in caso di crisi eserciterà, com'è suo diritto-dovere, tutte le prerogative che la Costituzione della Repubblica gli attribuisce. Verificherà, cioè, se esiste in parlamento una possibile maggioranza, anche diversa da quella che ha governato finora, attribuirà un incarico per la formazione di un governo ad una personalità che si presenterà alle camere per chiederne la fiducia. Deputati e senatori, che sono stati eletti senza vincolo di mandato, voteranno la fiducia. Palesandosi una maggioranza atta a sostenere il programma enunciato, il governo si costituirà in tutte le sue componenti e risulterà abilitato a governare il Paese. Il Presidente della Repubblica potrà attuare uno o più tentativi per la formazione di un nuovo governo e dopo averne verificato l'impossibilità, solo allora scioglierà le camere e indirà le elezioni anticipate. Questo dice la Costituzione italiana ed è questo che fa impazzire l'attuale capo del governo e i suoi fedeli sostenitori che si riempiono la bocca di una 'sovranità popolare' strumentale e di comodo.
Perché se coagulasse una maggioranza parlamentare attorno ad un governo di salute pubblica, non solo verrebbe smascherato in tutta la sua portata il malgoverno della compagine berlusconiana a conduzione leghista ma potrebbe avviarsi una fase ricostruttiva partendo dalla legge elettorale, dal conflitto di interessi, dal sistema dell'informazione, senza dimenticare una più equa distribuzione delle risorse e l'emarginazione delle cricche di potere che hanno fatto strame dell'economia del Paese.
Ma le opposizioni saranno in grado di avviare questa fase di risanamento mettendo da parte, almeno temporaneamente, gli interessi di bottega? E la società civile sarà capace di sostenere un compito tanto delicato quanto urgente?
I prossimi mesi ci faranno capire in quale direzione si muoveranno le cose in questo sfortunato Paese ma noi tutti, cittadini amanti della democrazia e rispettosi della Costituzione e degli organi di controllo e garanzia, non rimarremo a guardare con le mani in mano e ci opporremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione perché lo scempio della cosa pubblica non diventi irreversibile. Contro chi invoca strumentalmente la sovranità popolare per mantenere e aumentare il proprio strapotere, noi la invocheremo perché sia ridato ai cittadini il diritto di voto estorto da una legge elettorale indecente e perché venga fatta e applicata una seria legge sul conflitto di interessi che tanti guasti ha prodotto nella cosiddetta seconda repubblica.

1 commento:

  1. Appello per il No Berlusconi Day 2 al blog “Le mie idee, le nostre idee” e ai suoi lettori.

    Mimmo
    http://www.mimmoguarino.it/

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