06 marzo 2010

DECRETO FATTO: schiaffo finale al diritto e alla legalità

All'art.2 si stabilisce che ci sono 24 ore di tempo, a partire dall'accettazione delle liste, per sanare le eventuali questioni di irregolarità formale. Ma una norma transitoria stabilirebbe che - solo ed unicamente per quanto riguarda le elezioni regionali che si terranno in Lazio e Lombardia - le 24 ore decorrono non dal momento di accettazione delle liste, ma da quello di attuazione del decreto. Infine, nell'art.3 si stabilisce che con ogni mezzo di prova si potrà dimostrare di essere stati presenti nell'ufficio competente al momento della chiusura della presentazione delle liste (Sarà valida anche la dichiarazione personale?).

Dopo lo scandalo del riciclaggio, quello dei grandi eventi, le notizie false in tv sul processo Mills, il processo sulla trattativa tra Stato e mafia, la chiusura delle trasmissioni di approfondimento della Rai, arriva il Decreto interpretativo. Il governo, cioè, con un decreto ad hoc, che chiama "interpretativo" entra a gamba tesa a partita iniziata e riformula le regole del gioco valevoli solo per Lazio e Lombardia per consentire l'ammissione alle elezioni di liste che erano state escluse per gravi vizi di forma e di sostanza. E questo mentre sono ancora in corso presso i Tribunali amministrativi  interessati gli esami dei ricorsi presentati.

Da quando si vota in Italia ci sono sempre state liste escluse dalla competizione per il mancato rispetto delle norme vigenti, sono state presentate istanze e ricorsi e, alla fine, i partiti hanno sempre accettato il responso finale. Da questo momento non è più così: un governo e una maggioranza che in ogni loro atto dimostrano di avere "la legge in gran dispitto", hanno inondato il parlamento di decreti d'urgenza, hanno piegato le leggi ai desiderata personali del premier, hanno alimentato bande di criminali lanciandole all'arrembaggio senza regole e ritegno, hanno dimenticato di guardare alle condizioni e bisogni del paese, che dicono di governare, perchè assorbiti dalle loro privatissime faccende e impellenze, hanno abituato gran parte dei loro proseliti a fare come meglio gli aggrada (tanto comandiamo noi e le leggi sono nostra prerogativa, in nome del popolo sovrano) adesso salvano per decreto le liste amiche (conta la sostanza). Per i "nemici," invece, tutti i cavilli formali tornano utili.
Mi dispiace soltanto che il Presidente della Repubblica avalli questo misfatto anche se posso comprendere le considerazioni che lo spingono in tale direzione.  Ma a colpi di piccone si può distruggere un palazzo, qui abbiamo all'opera un carro armato tenacemente impegnato a distruggere la casa comune.
Quello che stiamo vivendo in Italia è uno dei momenti più oscuri della nostra storia repubblicana. E la colpa non è solo di Berlsuconi, del Pdl, della maggioranza. È anche colpa nostra che lo abbiamo consentito. In qualsiasi paese democratico e civile del mondo, per una minuscola porzione di quello che accade qui sarebbero tutti a casa, a nascondersi per la vergogna.  
Fino a quando saremo disposti a tollerare?

Cosa accadrà da qui in avanti è imprevedibile, ma io non mi aspetto nulla di buono.

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