21 dicembre 2013

Un regalo di Natale simpatico, curioso e originale


Come un regalo, di per sé insignificante, può assumere - per chi lo riceve - un valore straordinario. 

Non occorre che sia necessariamente costoso o alla moda, è necessario che ci ricordi alla persona cara e susciti in lei piacevoli sensazioni. 


Questa è la lettera che la scrittrice inglese Sylvia Townsend Warner scrisse all'amica e collega Alyse Gregory per ringraziarla della scatola di fiammiferi ricevuta in dono per il Natale del 1946. 

«Carissima Alyse,
Solitamente si inizia una lettera di ringraziamento con qualche paragone sgraziato, dicendo per esempio, “Non ho mai ricevuto una sciarpa così rossa” o “Questo è il cavallo più grande che abbia mai ricevuto a Natale”. Ma la tua scatola di fiammiferi non può avere paragoni, perché non ho mai ricevuto una scatola di fiammiferi in tutta la mia vita. Francobolli, sì, puntine da disegno, certo, gomitoli di corda, sì sì, decisamente troppo spesso; ma una scatola di fiammiferi mai. Sono cose così affascinanti, ben fatte come scriccioli, e che quantità di ingegno e scaltrezza umana ci è voluta nella loro costruzione: se fosse una normale scatola con coperchio non sarebbe conveniente neanche la metà.
Questa qui è particolarmente ben fatta, affascinante e ingegnosa, e si apre e si chiude come se l’avesse costruita Chippendale. [un ebanista inglese del XVIII secolo, famoso per l'accuratezza e la grazia dei suoi mobili.]
Ma la cosa che mi piace di più della mia scatola di fiammiferi è che è vuota. Ho spesso pensato come sarebbe bello ricevere una casa vuota in Norvegia, come mi piacerebbe camminare in quelle camere nude con il profumo del legno, che in fondo è il riparo naturale dell’uomo, o comunque il più congeniale. E quando ho aperto la tua scatola di fiammiferi, che ora è la mia scatola di fiammiferi, e ho visto quella bella superficie rettangolare, pulita e dal dolce profumo, è stato esattamente come se la mia casa in Norvegia fosse diventata realtà; con in più il vantaggio di avere la misura giusta per tenerla in mano. Ci ho subito chiuso dentro la mia immaginazione, ed è ancora lì, che ascolta il vento tra gli abeti fuori. Sedendomi lì dentro tra pochi giorni sentirò la campana luterana chiamarmi e invitarmi ad andare e cantare inni luterani, mentre la moglie del pastore guarda distrattamente il marito in un pergolato di alberi sempreverdi e si chiede se si ricorderà di mettere il pepe nel ripieno d’oca; ma non andrò, sarò troppo felice di restare seduta nella casa che Alyse mi ha regalato per Natale.
Ah, devo dirti che ho terminato il mio libro, iniziato nel 1941, che è stato in pericolo centinaia di volte, ma che infine è concluso. Così posso dedicarmi completamente a godermi la mia scatola di fiammiferi.
P.S. C’è ancora così tanto da dire… presa dalla mia gioia per la forma e la consistenza mi sono dimenticata di lodare il disegno sul retro. Non ho mai visto una così gradevole somiglianza con un riccio, e il vulcano in fondo è magnifico».

Mi servo di questo post per fare gli auguri di Natale a quanti mi conoscono e mi vogliono bene con alcune considerazioni finali: immagino che Alise Gregory volesse invitare delicatamente l'amica a smettere di fumare. Questo particolare mi fa tornare alla mente il mio primo casuale incontro con Pier Luigi, colui che sarebbe diventato mio cognato. Fumavo e gli offrii una sigaretta che lui non rifiutò come avrebbe fatto un comune non fumatore. Non l'accese ma continuò sotto i miei occhi a sciorinarla fra le dita fino a farne uscire tutto il tabacco mantenendo l'involucro vuoto. Alla mia manifestazione di meraviglia, si limitò a rispondere che ne aveva fatto l'uso per lui più idoneo.
Per inciso: la lettera di cui sopra data 23.12.1946, vigilia del mio primo compleanno.

Grazie per la scatola di fiammiferi - pubblicato su post.it

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