Se venite a sapere che un meteorite distruggerà la terra entro un mese, e non rimarrà nessuna forma di vita, continuereste a scrivere il racconto, il romanzo, o soltanto il diario personale a cui state lavorando?
Questa la domanda che pone Roberto Cotroneo durante i suoi corsi di scrittura, riportata nella Lezione 1 del suo Manuale di scrittura creativa per principianti.
A siffatta domanda risponderei, naturalmente, di no. Con la consapevolezza della fine imminente di tutto, non potrei continuare a riempire, come se niente fosse, le pagine del mio racconto o i fogli del mio diario personale. Non solo perché non avrei più la possibilità di essere letto da altri ma perché quell'impegno risulterebbe vacuo anche per me. Mi dedicherei, piuttosto, a prepararmi alla fine per renderla meno traumatica possibile, e mi riconcilierei con l'umanità dolente in un mondo destinato ad una prospettiva di morte ineluttabile.
Potrei rispondere con le stesse parole che mi suggerisce l'autore in altre sue opere:
Io ero diventato un uomo che non aveva più lettere da scrivere, libri da leggere, amici da incontrare. Guardavo le case e cercavo di spiare quello che c'era dentro, il buio oltre i vetri, le luci deboli; convinto che il tempo fosse solo una modalità dello spazio, e il passato qualcosa che sta un poco più in là, in fondo a quel corridoio. (da "L'età perfetta", Rizzoli)
Come si potevano perdere le parole che correvano per il mondo, e con le parole perdere intere vite, intere storie che nessuno avrebbe potuto ricostruire uguali? (da "Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome", Mondadori)
Una domanda simile porrei a questi parlamentari (e ai loro sodali), eletti in un'altra era geologica, rappresentanti di un popolo che solo a sentirli parlare e a vederne le sagome prova nausea e sconcerto; che si muovono con qualche sicurezza solo dentro la fortezza destinata a crollare: se veniste a sapere che un cataclisma di potenza inaudita distruggerà le vostre incrollabili certezze e i vostri consolidati privilegi nell'arco di pochi mesi, continuereste a comportarvi come se niente fosse? O rivedreste radicalmente le vostre posizioni, fino a decidere di uscire di scena anzitempo e acquattarvi negli anfratti più nascosti di una caverna aspra e inaccessibile?
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