27 aprile 2012

Grillo, i partiti e un commento di Michele Serra


Trapela, in buona parte del mondo politico, una specie di timor panico nei confronti del movimento di Beppe Grillo. Considerando che i “grillini”, secondo i sondaggi più benevoli, sono accreditati del sei-otto per cento dei voti, questo timor panico è indecoroso. Partiti che hanno, ciascuno, il doppio, il triplo o il quadruplo dei voti di Grillo, che sono bene introdotti nel mondo mediatico, che hanno un personale politico di lunga esperienza, che sono affiancati da centri studi di buon calibro, non possono inorridire e strillare come fanciulle che scoprono un topo sotto il letto. 

Non è dignitoso, e alimenta il sospetto che il sistema dei partiti, nel suo complesso, sia spaventato dalla società: quella società che dovrebbe essere, per la politica, materia prima, terreno di confronto e anche di scontro, campo di lotta a viso aperto, che produce umori benigni ma anche maligni, che cova speranze ma anche rancori, come può far così paura al mondo della politica? Che cosa è accaduto, alla politica italiana, da farle temere che “fuori” di lei, e fuori dalle sue stanze, allignino solo mostri ostili, ombre malvagie? I partiti raddrizzino la schiena e provino a uscire per la strada: si misurino faccia a faccia con quella che chiamano “antipolitica”, scopriranno di essere di parecchie spanne più alti.Michele Serra su "L'amaca" di oggi. 

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