11 marzo 2012

Lusi e l'uso del denaro pubblico

L’AMACA di Michele Serra ci offre oggi uno spunto di riflessione sull'uso fatto da Lusi dei soldi del partito. 

Il tenore di vita del senatore Lusi, così come sortisce dalla sua contabilità privata (ma con denaro pubblico), ci parla certamente di un disonesto. Ma ci parla soprattutto di un malato. Di uno spenditore compulsivo, forsennato, dalle cui tasche sfondate potevano uscire 700 euro per un pranzetto in coppia dietro il Pantheon (neanche un mafioso russo ci riuscirebbe), o 70 mila euro per una vacanza alle Bahamas. 
Se fossi il suo avvocato chiederei l’infermità mentale (e non è solo una battuta). Se fossi un suo collega di partito, mi domanderei come diavolo sia possibile che una persona del genere abbia potuto, per anni, avere una responsabilità delicata come quella di tesoriere, mansione che gli si attaglia come quella di vigile del fuoco a Nerone; e come mai nessuno si sia accorto di quello che stava accadendo. Da semplice cittadino, mi domando se la politica italiana è ancora in grado di selezionare con qualche criterio il proprio personale; oppure se, malata anche lei, ha perduto la facoltà di difendersi. Storie come quella di Lusi fanno pensare che la vera antipolitica sia dentro il sistema dei partiti: una di quelle terribili malattie autoimmuni che distruggono da dentro. Michele Serra 


Poi si chiedono perché la gente li guarda in cagnesco e li prenderebbe volentieri a randellate, anche quelli che gridavano Roma Ladrona e agitavano il cappio. 

E la chiamano antipolitica, la motivata reazione popolare di quanti, costretti a stringere la cinghia fino a soffocare, si rivoltano fino al vomito nel vedere all'opera tanti ladroni incalliti ! 




La pagherete, la pagherete cara! Ne sono certo. 


PS: Niente lacrime se salta il centrosinistra di Lusi (Lidia Ravera sul Fatto Quotidiano) 
Il denaro non ha cattivo odore, dicevano i latini. È il modo in cui si sperpera, che puzza di morto. Si può rubare per fame, e in genere si finisce in galera, si può anche rubare per avidità, e in genere si resta in libertà abbastanza a lungo. Ma rubare per mangiarsi un piatto di spaghetti al caviale, veramente, sa di stupido. Rubare per una notte da 1988 euro in un albergo di San Remo, rubare per poter spendere 11600 euro in tre giorni soltanto per tenere le chiappe al sole in Montenegro, perchè il “resort” è “esclusivo ”... sa di disprezzo, sa di coazione a strafare, sa di vuoto morale e mentale. Non per fare la lombrosiana, ma basta guardarlo in faccia, il senatore Lusi, per riconoscere l’eroe dei nostri tempi: occhi torvi e furbi su un fisico bovino. Empatia zero. Bulimia mille. Spiccata propensione alla minaccia. Incapacità patologica a riconoscere i propri torti. “Se parlo io salta il centro sinistra”, ha detto, fingendo di non sapere che lo stavamo tutti ascoltando. Parli senza remore, senatore Lusi: se nel centro sinistra è cresciuto un personaggio come Lei, che salti pure per aria, che vada in pezzi, in briciole, in vacca... Non verseremo una lacrima. 

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