È una coclusione amara alla quale, fino a poco tempo fa, non pensavo di poter pervenire! E non è antipolitica ma vero amore per la buona politica al servizio dei cittadini. Dalla fogna attuale dei partiti è meglio che i cittadini perbene si tengano alla larga!
E non voglio parlare dei collusi con la mafia, corrotti, corruttori, mascalzoni e venduti che rimangono attaccati ai loro scranni mentre in altra epoca sarebbero scomparsi dalla circolazione. Mi colpiscono specialmente le debolezze incomprensibili di personaggi come il sindaco di Bari Emiliano che affoga in un pacco natalizio a base di ostriche, champagne e cozze pelose; o di un Berlusconi che, mentre faceva strame di leggi e istituzioni, da trent'anni dimentica di pagare la bolletta della luce per l’illuminazione della via privata San Martino, che costeggia la sua villa, e la spesa finisce sulle spalle del sindaco.
Per non dire di quei tanti personaggi di terza fila che, davanti ad una contravvenzione al Codice stradale o alla difficoltà di ottenere un trattamento speciale, non potendo più dire lei non sa chi sono io, si fanno chiamare al cellulare dal potente di turno per rimarcare l'appartenenza alla casta degli intoccabili. Io manderei loro il cellulare della polizia.
Per non dire di quei tanti personaggi di terza fila che, davanti ad una contravvenzione al Codice stradale o alla difficoltà di ottenere un trattamento speciale, non potendo più dire lei non sa chi sono io, si fanno chiamare al cellulare dal potente di turno per rimarcare l'appartenenza alla casta degli intoccabili. Io manderei loro il cellulare della polizia.
Questo per affermare con forza che le persone perbene fanno bene a tenersi lontane dal mondo della politica come oggi lo conosciamo. È talmente corrotto e marcio che non può riformarsi ma riesce, invece, ad inquinare chiunque gli si avvicini, anche con le migliori intenzioni.
Per dimostrare il mio assunto, in un'epoca di grande corruttela e malcostume tanto diffusi tra gli uomini di partito di tutti gli schieramenti - nessuno escluso -, voglio raccontare qualche episodio accadutomi nella mia esperienza d'insegnante e commissario agli esami di maturità. Ero membro interno nel liceo nel quale insegnavo, in Sicilia, e un uomo politico, assai potente all'epoca, mi fece pervenire una richiesta finalizzata ad ottenere il voto di 60/60 per una candidata protetta. Risposi che la ragazza si era impegnata ed era stata tra le migliori durante l'anno ma che non potevo garantire un esito col massimo dei voti perché c'era da valutare il risultato degli esami. In ogni caso, dissi che non avrei sostenuto il 60 se quel voto avesse potuto pregiudicare il risultato finale di altri alunni della classe. Alla fine la candidata uscì con il voto di 58/60 ma io avevo potuto gestire al meglio la valutazione complessiva dei miei alunni con l'apprezzamento - da parte della commissione e degli stessi alunni - del lavoro da me svolto.
Un'altra volta, ero presidente di commissione e si presentò davanti all'istituto nel quale operavo un genitore che mi chiese di avvicinarmi alla sua macchina e, aperto il cofano posteriore, mi mostrò casse di frutta e primizie di ogni tipo che mi chiese di poter trasferire sulla mia macchina. Rimasi di stucco, incredulo, e lo pregai di andare via e non insistere. Gli dissi che suo figlio, che non conoscevo e non ho voluto conoscere, sarebbe stato trattato correttamente come tutti gli altri candidati. Ci rimase molto male perché - disse - il suo era un pensiero per il quale non si aspettava un ricambio. Conclusi, allora, che se avesse voluto mostrarmi la sua riconoscenza, avrebbe potuto incontrarmi dopo l'affissione in bacheca dei risultati finali degli esami. Non lo vidi mai più.
E che dire di quel maresciallo dei Carabinieri che, saputo che ero commissario d'esami in un paese vicino a quello di residenza anagrafica ma proveniente da una scuola distante 1400 km, mi convinse a prendere una camera in un albergo della sede di esami - che sarebbe rimasta mia solo sulla carta - per ottenere così la trasferta assai remunerativa mentre io avrei viaggiato da casa fino all'istituto distante solo 35 Km? Non seppi dire di no al potere della divisa e accettai ma la notte non riuscii a dormire e l'indomani, prima di presentarmi a scuola, passai dall'hotel e disdissi la camera.
E che dire di quel maresciallo dei Carabinieri che, saputo che ero commissario d'esami in un paese vicino a quello di residenza anagrafica ma proveniente da una scuola distante 1400 km, mi convinse a prendere una camera in un albergo della sede di esami - che sarebbe rimasta mia solo sulla carta - per ottenere così la trasferta assai remunerativa mentre io avrei viaggiato da casa fino all'istituto distante solo 35 Km? Non seppi dire di no al potere della divisa e accettai ma la notte non riuscii a dormire e l'indomani, prima di presentarmi a scuola, passai dall'hotel e disdissi la camera.
Ma questi sono comportamenti da persone ordinarie, che non sanno stare al mondo. Loro sì che possono insegnarci il senso della vita!
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