08 febbraio 2012

Il lungo inverno di Berlusconi

Nella lunga intervista rilasciata a Philip Delves Broughton, pubblicata online su The Atlantic con il titolo Berlusconi in Winter, l'uomo appare stanco e provato.

Risulterebbe anche patetico se non lo pensassimo come il vecchio caimano in letargo, sempre pronto al risveglio improvviso. 



Ripercorre la sua carriera di imprenditore e politico utilizzando il solito armamentario, noto al grande pubblico; ma lo fa con un certo distacco, come se raccontasse le imprese di un altro. Si sente tutta la sofferenza per aver dovuto lasciare, con il governo, anche le luci della ribalta. 


Gigioneggia, però, raccontando del nipote Alessandro che a 4 anni mostra interesse per una bella cameriera di pizzeria che vuole portare allo zoo a vedere i coccodrilli. 
Si vanta di essere giudicato il politico più in grado di muovere le folle e di aver creato un museo di cactus, tra i più completi al mondo. 
Dichiara con convinzione di non aver fatto niente di cui vergognarsi e dover chiedere scusa. 

L'unica cosa di cui non mi hanno mai accusato - aggiunge con malcelato orgoglio - è di essere gay. Non ho nulla contro gli omosessuali, sia chiaro. Anzi - conclude - ho sempre pensato che più gay ci sono in giro,  meno concorrenza c'è


Dal momento che Monti e i suoi tecnici lo hanno defenestrato anche dalle prime pagine dei giornali e dai notiziari tv, si ritaglia questi spazi per non farsi dimenticare, per dirci che c'è e veglia sui destini del Paese, per prepararci al suo ipotizzato ritorno. 

L'intervista è da leggere, ci aiuta a capire come trascorre i suoi ozi dorati e quali potrebbero essere le prossime mosse. A partire dall'accordo sulla legge elettorale per tornare in campo, fino alla scalata al Quirinale nel 2013. 
Al di là delle apparenze, non sembra disposto a mollare la presa. Per capire quanto sia per niente rassegnato, leggere anche, su la Repubblica di oggi, Quell'etica finta del nuovo caimano di Franco Cordero . 

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