29 ottobre 2011

L'euro, una moneta strana. No, la nostra bandiera!

Se riuscissero per qualche tempo a tappargli la bocca! Ieri, tra le altre fandonie, ha dichiarato quanto segue: 



E questo mentre i rendimenti per i titoli di Stato italiani a 10 anni volano oltre il 6% e mentre l'Europa tenta di convincere la Cina ad acquistare il nostro debito. 

Salvo, qualche minuto dopo, dichiarare che è stato frainteso, mal interpretato. Come al solito, si cerca di alzare pretestuose polemiche su una mia frase interpretata in maniera maliziosa e distorta. L’euro è la nostra moneta, la nostra bandiera. È proprio per difendere l’euro dall’attacco speculativo che l’Italia sta facendo pesanti sacrifici - spiega la nota di Berlusconi. 

No bello! L'euro regge bene, è la nostra economia che va male per la mancanza di quelle riforme, sempre promesse, sbandierate e mai prodotte, diventate adesso lettera d'intenti
Provi a spiegare agli italiani perché l’euro va su e i nostri Btp vanno giù - lo incalza Prodi. 


L'ultimo strappo del Cavaliere disperato - di Massimo Riva 

Come la storia del Ponte sullo Stretto, l'opera faraonica cui dovevano essere legati i fasti berlusconiani. Si fa; no, non si fa; si fa, si fa; e giù documenti, articoli, studi, grafici pro e contro. 
Anche se il governo smentisce, l’ennesimo stop al Ponte sullo Stretto ci costringe a un bilancio imbarazzante: quante energie inutili e quante parole a vuoto sono state spese attorno a questo mirabolante manufatto? Quanti articoli scritti, documenti pro e contro redatti, lettere infocate ai giornali spedite, interrogazioni parlamentari presentate, riunioni convocate, manifestazioni minacciate, perizie eseguite, controperizie controeseguite, sottosegretari mobilitati, grafici pubblicati, perizie sulla mortalità delle triglie e dei cardellini depositate in tribunale, addirittura prime pietre posate? Ci si è scannati per lunghi anni attorno a disegnini che parevano tratti da un’edizione aggiornata del Barone di Munchausen, con la campata che scavalca Scilla e Cariddi per sola forza della fantasia. E poi un pomeriggio qualunque, a freddo, nelle pagine interne dei quotidiani, leggiamo che il mitico Ponte non si farà, mancano i soldi anche solo per i cartelli di indicazione, figurarsi per il resto. E tutto il titanico duello tra Progresso e Reazione? E i previsti scontri a fuoco tra ambientalisti e mafiosi? Niente, era solo un’esercitazione retorica, come tutto o quasi in un paese dove non succede mai niente, ma di quel niente si discute tantissimo. (l'Amaca di Michele Serra su Repubblica)
Dietrofront del governo: Il ponte sullo stretto di Messina si farà
E tutto questo mentre Cinque Terre e Lunigiana affondano nel fango e mentre Ferrara si accinge ad occupare su Rai Due lo spazio che fu di Annozero.

E che dire della barzelletta raccontata nella stessa occasione, tra l'imbarazzo dei presenti? Una sola cosa: se avesse continuato a fare l'animatore sulle navi da crociera, staremmo forse tutti meglio!



Come si fa a sopportare senza reagire!



Il Times, dopo le dure parole di ieri, il Clown, deve lasciare, lo immortala in due scene. Nella prima Berlusconi tocca il didietro alla cancelliera tedesca e poi esclama: Bella, stiamo toccando il fondo. Nella seconda il Cavaliere è con altri leader europei, a vegliare sul cadavere dell'Euro: l'unica differenza con gli altri è che lui stringe in mano una pistola. The Economist, invece, preferisce affidare il racconto sulla credibilità di Silvio Berlusconi a un'immagine che si commenta da sola: un premier vestito da clown con alle spalle l'Euro in fiamme

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