09 giugno 2011

Adunata dei Liberi Servi Devoti al capezzale del Monarca morente

Davanti alla sagoma di un Berlusconi ridente e ancora stempiato si sono adunati ieri al Cinema Capranica di Roma i liberi servi devoti del sovrano di Arcore.
Officiante: il Gran Maggiordomo e Primo Palafreniere, Giuliano Ferrara.
Co-celebranti: i Turiferari, Damigelle di corte e Lacchè, Feltri, Belpietro, Sallusti, Sechi, Mussolini, Santanché. 
Funzione: spronare il sultano depresso e afflitto a rinverdire gli allori di un tempo cantandone le lodi perché si rianimi e riacquisti il vigore del tempo che fu. 
Gli si chiede che torni bello e pimpante quale appare nella sagoma; che torni al programma e allo spirito del '94, come se 17 anni di vane promesse - dal meno tasse per tutti alla riforma della giustizia, dal milione di posti di lavoro alla sburocratizzazione dei servizi e liberazione delle imprese da lacci e laccioli  - fossero stati dimenticati dai cittadini allocchi.

Gli Italiani finalmente hanno capito che il Cavaliere dell'etere scese in campo, or son 17 anni, perché nello sfascio della I Repubblica rimase privo del referente politico che potesse continuare a rappresentare al governo e in parlamento i suoi preponderanti interessi economici e non. Con la forza delle sue TV e di tanta stampa amica impose agli Italiani un partito e un sogno, e ottenne il gradimento agognato.

Dopo 17 anni in cui il Paese ha fatto solo passi indietro mentre il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene - sempre più abborracciati - sono rimasti appesi ai problemi giudiziari e all'enorme conflitto di interessi del leader, gli si chiede di tornare allo spirito del '94, quando aveva ancora i suoi capelli naturali sebbene il cranio mostrasse i segni di una calvizie avanzante, e forse non aveva ancora il culo flaccido.

Giuliano Ferrara ha sostenuto con passione che, dopo la debacle delle amministrative, serva anche al PDL il ricorso alle primarie sostituendo l'autocrazia con la democrazia, nel partito e nel movimento. D'altra parte la Santanché attribuisce la pesante sconfitta al fatto che Berlusconi non è più quello di un tempo, ha smesso di fare Berlusconi. Sallusti rincara affermando che ha dato retta troppo agli altri, quando per sua natura Berlusconi è un monarca, al di sopra del partito. Anche Belpietro mostra grande scetticismo sulle primarie e conclude che il tacchino non si precipita volontariamente nella pentola.

Le parole di tutti cercano una giustificazione alla sconfitta e una via d'uscita dall'impasse ma i volti da funerale tradiscono una depressione diffusa. Al punto che Feltri, con la sua faccia naturalmente funerea da vero jettatore, considera questa depressione tra gli esponenti della maggioranza prematura avvertendo che prima di celebrare il funerale bisogna aspettare la salma. E per rimanere in tema funerario aggiunge: se l'avversario è Bersani e noi nel 2013 perdiamo le elezioni io mi sparo. 
Ma non voleva suicidarsi anche Mastella se De Magistris fosse diventato sindaco di Napoli? Coraggio Feltri, l'ex ministro è ancora vivo e vegeto.



Chissà che il funerale di un monarca senza corona, ma con tanti soldi da poter comprare quasi tutto quello che vuole, non giunga proprio con il Referendum del 12 e 13 giugno! Sarebbe una vera valanga in grado di portarlo a fondo, assieme a tutti i responsabili e i liberi servi devoti che lo circondano.
Allora si potrebbe avviare la fase di ricostruzione, su basi veramente democratiche, di un Paese devastato e annichilito da troppi anni di malgoverno e di corruzione.

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