10 maggio 2011

La storia di Emma La Spina e il dramma dei minori abbandonati

Il suono di mille silenzi è molto altro, vorrei che tutti ci guardassimo intorno per vedere le sofferenze a noi vicine, senza bisogno di andare a migliaia chilometri di distanza. La società non è quella di facciata: vicino a noi, senza che ce ne rendiamo conto, molta gente soffre, prevaricata e violentata, chiudendosi nel proprio silenzio!

Con queste parole Emma La Spina spiega nella sua biografia le ragioni che l'hanno spinta a scrivere un libro sui suoi trascorsi di bambina di famiglia siciliana numerosa, abbandonata in un orfanotrofio fino alla matura età.
Poi immessa in un mondo ostile, priva degli strumenti necessari per decodificarlo.

Nel suo secondo libro - Mille volte niente - Emma racconta: dopo gli anni trascorsi da reclusa in collegio, affrontai la vita esterna senza la benché minima preparazione. Fu l’inizio di un percorso irto di soprusi e prevaricazioni.
Dopo due giorni, seduta su una panchina in una piazza della mia città, senza mangiare, bere e dormire, il bisogno mi impose di prendere una decisione.
Mi diedi letteralmente al primo venuto, ad un ragazzo che avevo visto solo poche volte, semplicemente perché era l’unica persona di cui conoscevo nome e cognome e che mi fu possibile rintracciare.

Nella nota che accompagna il testo, la scrittrice precisa:
Al di là di tutto ciò che verrà detto su Mille volte niente, mi preme chiarire quale è stata l’esigenza che mi ha spinta a scriverlo.
Vorrei che tutti si rendessero conto che i danni subiti dai bambini maltrattati in orfanotrofio non cessano al momento delle dimissioni dall’istituto, ma durano per sempre.
Le persone che affollano questo libro sono in fondo semplici comparse. I fratelli, gli assistenti sociali, le persone influenti che ruotano intorno a me nel racconto, ancorché persone realmente vissute, sono fantasmi, marionette guidate dai fili di un destino già segnato.
Non è la loro presenza, infatti, la cosa più importante nella mia storia. I fatti si succedono l’uno dopo l’altro, indipendentemente dai personaggi. Anche se le persone fossero state altre, la mia vita avrebbe avuto la stessa evoluzione. La dimostrazione è nella vita delle mie compagne, le cui storie, anche se diverse dalla mia, sono intrise delle stesse sofferenze e costellate dagli stessi errori.

Leggi l'intervista  sul portale internet sololibri
E quella sul settimanale Tu Style a cura di Valeria Chierichetti. Sono cresciuta in orfanotrofio perché mia madre non mi voleva.

La storia di Emma La Spina è paradigmatica di quella di tante persone - uomini e donne - che, nate nel disagio o nell'irresponsabilità di genitori (tali solo in quanto hanno generato ma che non possono dirsi padre e madre autentici) hanno trascorso gli anni preziosi della formazione, recluse in orfanotrofi senza amore, comprensione e pietà. Hanno dovuto, poi, strutturare la loro esistenza a contatto con un mondo ostile e perverso.
Emma forse ce l'ha fatta, ne è la prova lampante il suo impegno come madre, come educatrice nella scuola e come scrittrice di successo.
Ma quanti sono quelli che, dopo un'esperienza come la sua, vengono travolti dalla vita in modo irreversibile!

Il tema della procreazione irresponsabile e dell'infanzia abbandonata rimane tra i più scottanti e dissimulati in questa falsa età del benessere e dell'edonismo sfrenato.

Ho avuto modo di conoscere questa storia umana quasi per caso, in un programma di intrattenimento in TV, ospite Emma. Le sue parole mi hanno incuriosito e commosso. Adesso mi propongo di leggere i suoi libri che consiglio anche ai frequentatori del mio blog.

Il sito ufficiale di Emma La Spina

3 commenti:

  1. Anonimo17.11.11

    Ho letto "Il suono di mille Silenzi, non ho nessuna ragione per credere che i fatti raccontati non siano veri, spero solo che quella assistente sociale sia stata denunciata e messa in galera e quegli Orfanatrofi siano stati chiusi xchè penso che sia più il mle che fanno che non il bene.
    Agostino Piga

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  2. Anonimo22.1.13

    abbiamo letto i tuoi due libri, e siamo sconvolti al pensiero che ai nostri giorni ci siano queste violenze nei collegi. ma adesso hai risolto la brutta storia con quell'uomo "Boss" spero che ti abbia lasciata in pace e che tu possa continuare la tua vita in tanta serenità
    f.to pina di acireale e grazia di augusta

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