02 aprile 2011

Denaro, potere e disvalori

Ho seguito, ieri sera, con molto interesse l'intervista di Lilli Gruber al professor Vittorino Andreoli che ci ha parlato del suo ultimo saggio, Il denaro in testa
Il denaro appare, nell'analisi del famoso psichiatra, come la cifra del nostro tempo, il bene che connota la vita, i pensieri e gli interessi dell'uomo d'oggi.
Mentre una volta esistevano svariati elementi, oltre al denaro, che qualificavano l'individuo: lo studio, l'impegno professionale, la cultura, la genialità, la coerenza, l'umanità ecc., oggi l'unico modo per valutare un uomo sembra essere il denaro che possiede. Col denaro, anche la persona più meschina è in grado di ottenere tutto ciò che vuole: il potere, la giovinezza, la bellezza, la cura delle malattie ecc.
Da qui la corsa pazzesca al denaro come unico strumento per dimostrare a se stessi e agli altri di esistere e di potere.  
La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando solo dei cocci. L’uomo non merita di diventare un contenitore di monete. 
Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è.
Ripropongo qui l'intervista di Serena Dandini al prof. Andreoli in occasione dell'uscita nelle librerie del saggio Il denaro in testa.


Proprio in questo clima di disprezzo per tutto ciò che è normale e di buon senso, maturano i tagli alle ore di sostegno per i disabili da parte del ministro dell'istruzione; tagli che per fortuna vengono dichiarati illegittimi da svariate sentenze dei TAR.
In questo clima matura il vergognoso episodio degli insulti all'on. Ileana Argentin, una seria deputata la cui coerenza fa ombra a quanti hanno venduto l'anima al rigattiere di turno. Come succede al saltimbanco Scilipoti che si produce eroicamente in questa evoluzione tragicomica, nel tentativo non riuscito di mettere a disposizione il suo voto responsabile.

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