06 febbraio 2011

Ma questi sono ministri di una repubblica democratica o ministri del re?

 
Frattini: transizione rapida ma con Mubarak. ANSA - ROMA, 6 FEB - In Egitto 'prima serve la riforma elettorale, poi una nuova Costituzione, poi andare alle urne' a settembre. Così 'la transizione sarebbe rapida ma non sarebbe il caos', come invece accadrebbe se il presidente Hosni Mubarak andasse 'via domani' come qualcuno auspica. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a l'Intervista di Maria Latella a Skytg24. Il ministro giudica positivo il coinvolgimento dei Fratelli Musulmani ai colloqui con il vicepresidente Suleiman.



Questi ministri spesso non li capisco. Ci sono o ci fanno? Oggi, per esempio, Frattini, il ministro degli esteri, quello di Antigua, ha dichiarato che "la transizione in Egitto deve esser rapida ma con Mubarak" in sella.
Perchè Mubarak (quello della nipote) che da 32 anni al potere ha prodotto nel suo paese la situazione che conosciamo, dovrebbe garantire la transizione?
Il ministro, con grande acutezza estera, ha capito che lì "prima serve la riforma elettorale, poi una nuova costituzione (gliela fornisce lui la bozza) poi andare alle urne a settembre". Con Mubarak. Così la transizione sarebbe rapida ma non sarebbe il caos, come invece accadrebbe se il presidente Hosni Mubarak andasse «via domani», come qualcuno auspica.

Roba da non crederci! L'acuto ministro degli esteri maldivo (?) ha dettato l'agenda ad un paese estero nel pieno di una rivoluzione in corso. Non si capisce bene a chi fornisce questa soluzione, se è ad uso interno o internazionale. Se è un'indicazione per la segreteria di Stato americana - che dovrà tenerla nel debito conto considerata la fonte autorevole dalla quale proviene -, se per la comunità europea o per i fratelli musulmani.

A me piacerebbe parlasse un po' guardando ai problemi dell'Italia. Potrebbe dire, per esempio, al suo datore di lavoro che noi una Costituzione ben fatta l'abbiamo, meriterebbe solo di essere applicata e protetta. Che urge, invece, glielo dica, la riforma della legge elettorale porcata, quella, signor ministro, che garantisce un premio di maggioranza da stato bulgaro al partito più votato e che non consente agli elettori di esprimere una preferenza. Proprio quella legge che ci fornisce ministri e parlamentari asserviti che non riescono più a confrontarsi col Paese che governano e in nome del quale legiferano. Ma che, ad ogni piè sospinto, sono in grado di ripetere il solito mantra della sovranità popolare.
Ah, dimenticavo. Lui è ministro degli esteri, della legge elettorale italiana non si occupa; si occupa di quelle dei Paesi stranieri.


Frattini era Zed Robot a Pronto Raffaella!



Vuoi vedere, invece, che sotto le spoglie del damerino imbellettato si nasconde un novello Chamberlain? Deve aver pensato che ciò che sta accadendo in Egitto, potrebbe succedere presto anche in Italia. Allora si sarà accordato con il suo omologo egiziano che, nella malaugurata evenienza (mentre lì stanno scrivendo la nuova costituzione, regnante Mubarak) diffonderebbe in tutte le lingue del mondo un dispaccio così concepito:
In Italia transizione rapida ma con Berlusconi. In Italia prima serve la riforma elettorale, poi una nuova costituzione, poi andare alle urne. Così la transizione sarebbe rapida ma non sarebbe il caos, come invece accadrebbe se il presidente Silvio Berlusconi andasse via domani come qualcuno auspica. Il ministro Vattelappesca giudica, inoltre, positivo il coinvolgimento dei Fratelli Massoni ai colloqui con il presidente in persona.
Birba d'un ministro!


Frattini e la casa di Montecarlo

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