Stéphane Hessel, un signore 93enne francese d'origine ebrea, nella Francia di Sarkozy riesce ancora ad indignarsi.
Ma noi, in Italia - temo - non ne siamo più capaci. Siamo troppo assuefatti all'andazzo nostrano che ha prodotto negli anni assopimento dei sensi e della passione civile e politica.
Negli ultimi anni in Italia essere indignati è un segno di sconfitta, di appiattimento sul lamento, di inedia.
Il grido di Stéphane Hessel può diventare, anche da noi, un motore per scuotere le coscienze?
Ne dubito molto ma il libretto va letto ed io lo sto traducendo dal francese.
L’autore del caso letterario dell’anno in Francia si chiama Stéphane Hessel, eroe della Resistenza durante l’occupazione nazista del suolo transalpino, poeta e diplomatico, nato nel lontano 1917. Indignez-vous! è una chiamata alle armi per la società francese tutta, a partire dai giovani.
Un pamphlet che attinge a piene mani alle viscere dei francesi, esortati a riscrivere la contemporaneità a partire dalla propria sacrosanta, indispensabile indignazione, civile e non violenta, nei confronti dei temi cruciali di oggi: il crescente divario tra ricchi e poveri, la necessità di ricreare un sistema dell’informazione autenticamente libero, lo scioccante trattamento riservato dalla Francia di Sarkozy agli immigrati, la questione ambientale e quella palestinese, la necessità di difendere il sistema del welfare. Vorrei che ogni individuo fosse capace di trovare il proprio personale motivo di ribellione pacifica: l’indignazione è preziosa - scrive l'autore nel suo pamphlet, pubblicato in Francia per la Indigène, una piccola casa editrice con sede in un attico a Montpellier; che verrà tradotto nelle prossime settimane in altri Paesi, primo fra tutti l’Italia. Paese in cui l’indignazione civile avrebbe un valore inestimabile. Fonte: Lettera43
Un pamphlet che attinge a piene mani alle viscere dei francesi, esortati a riscrivere la contemporaneità a partire dalla propria sacrosanta, indispensabile indignazione, civile e non violenta, nei confronti dei temi cruciali di oggi: il crescente divario tra ricchi e poveri, la necessità di ricreare un sistema dell’informazione autenticamente libero, lo scioccante trattamento riservato dalla Francia di Sarkozy agli immigrati, la questione ambientale e quella palestinese, la necessità di difendere il sistema del welfare. Vorrei che ogni individuo fosse capace di trovare il proprio personale motivo di ribellione pacifica: l’indignazione è preziosa - scrive l'autore nel suo pamphlet, pubblicato in Francia per la Indigène, una piccola casa editrice con sede in un attico a Montpellier; che verrà tradotto nelle prossime settimane in altri Paesi, primo fra tutti l’Italia. Paese in cui l’indignazione civile avrebbe un valore inestimabile. Fonte: Lettera43
Si indigna chi ha idee. Si indigna chi crede ancora in qualcosa che non sia semplicemente e banalmente il proprio tornaconto. Si indigna chi è ancora in grado di fare delle scelte, anche se scomode. Chi conosce l'arte dell'indignazione la pratichi e non si abbatta! Prima o poi darà i suoi frutti.
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