Una cricca segreta e ampiamente rappresentata, fatta di magistrati (per fortuna non rossi comunisti), politicanti smaniosi di affermazione, affaristi senza scrupoli, si è insediata all'ombra di questo governo del malaffare. Un grumo di potere che opera fuori dalle leggi e contro ogni criterio di convivenza democratica. Quattro pensionati sfigati li ha definiti il piccolo Cesare; dozzine di mascalzoni e farabutti, delinquenti e criminali se risultasse vero quanto si evince dalle intercettazioni.
Adesso si può capire meglio la fregola del padrone del vapore a fare approvare al più presto la legge-bavaglio. Quello che emerge col nome P3 è l'ultimo scandalo in ordine di tempo. Ma chissà cos'altro hanno da nascondere questi impuniti che ancora osano chiamare in causa il popolo sovrano per giustificare il malaffare nella cui brodaglia sguazzano mentre taglieggiano senza pudore il mondo operaio e i ceti più deboli per far quadrare i conti di uno Stato dissanguato dalla loro ingordigia!
Non lasceremo indietro nessuno, predicava il nuovo monarca; viene salvato, infatti, anche Geronzi e si buttano a mare 10 milioni di poveri e tutti gli altri che la crisi ha portato sulla soglia della povertà. I miei complimenti più sentiti vanno, però, al D'alema che con questi uomini corrotti, protervi e impuniti sarebbe pronto a fare le larghe intese!
Quale meraviglia, allora, se in questo clima di assalto alla diligenza, di capovolgimento della verità e della realtà dei fatti, un senatore della Repubblica, condannato in appello a 7 anni per mafia, siede ancora sul suo scranno e ribadisce che il mafioso Vittorio Mangano rimane il suo eroe mentre a Palermo, in Viale della Libertà, qualche altro criminale oltraggia la memoria di due veri eroi caduti in nome della legalità e della giustizia sfregiandone le statue!
O tempora o mores!
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