"La verità su Ustica è sotto gli occhi di tutti solo che nessuno la svela perché manca la prova finale. Gli indizi ci sono e sono tanti ma manca la prova decisiva". A dirmi queste parole, tempo fa, è stato uno dei periti (di cui, per correttezza, non faccio il nome) che durante gli anni del processo studiò il caso Ustica. A ben guardare, infatti, una qualche verità emerge dalle carte (oltre cinquemila pagine) del processo aperto all’indomani della strage. Non la prova – dicevamo – ma una mezza verità. Iniziamo dai tabulati radar e dai colloqui tra operatori radar di Ciampino e piloti del DC9, con targa IH-870.
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Quando è stato proposto il progetto di uno spettacolo teatrale su quell'argomento a Pollina, da un lato si è documentato su tutto ciò che era stato scritto e realizzato fino ad allora sulla questione, dall'altro si è chiesto cosa avrebbe potuto fare di originale. Impegno non da poco, che evidenzia anche la serietà e l'onestà intellettuale dell'autore.
Cosa si può trovare di nuovo relativamente ad un argomento su cui tanto si è detto e scritto da infiniti punti di vista? Bene, la risposta è contenuta nel cd: un'alternanza di letture affidate a una voce recitante (in questo caso quella di Manlio Sgalambro) e di pezzi cantati da Pollina, racchiusi da due brani strumentali che fungono da esordio e congedo. Ma non finisce qui: l'aspetto più geniale consiste nella scelta di presentare i fatti da un punto di vista diverso, insolito: quello dell'aereo.
È appunto lui che narra, in prima persona, la sua esperienza, la sua "vita" e la sua morte, il suo librarsi nell'aria e il suo essere sprofondato nel mare, la sua provvisoria collocazione dignitosa nell'hangar di Pratica di Mare, per la sua ricostruzione e per gli studi e le indagini, e infine il suo ricovero definitivo nel Museo per la Memoria a Bologna.
Pollina è l'autore di tutti i testi, recitati e cantati, oltre che delle musiche. Nella canzoni si accompagna con il pianoforte e la chitarra e viene affiancato dal Palermo Acoustic Quartet e dagli archi della Filarmonica Toscanini diretti da Dimitri Jurowski. Si tratta di pagine di vera poesia, insolite, toccanti, mai forzate, affidate alle parole recitate, a quelle cantate e agli strumenti.
La speranza è che lo spettacolo venga replicato e presentato a tanti altri spettatori. Scuole comprese, possibilmente. È infatti un modo di presentare la storia che può lasciare tracce profonde anche nei cittadini e negli studenti meno attenti e motivati.
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