15 maggio 2010

LA PENA DI VIVERE IN UN PAESE MALATO

Gli infortuni mortali sul lavoro sono diminuiti; non perchè siano migliorate le condizioni di lavoro o aumentate le protezioni e i controlli ma soltanto perchè, in questi anni di crisi e di grave recessione, sono diminuiti la produzione e il lavoro. In compenso, però, si intensificano i casi di suicidio o di tentato suicidio da parte di quanti, strangolati dai debiti e impossibilitati a mantenere la famiglia, decidono di metttere in atto la soluzione estrema.
Il fenomeno colpisce, in particolare, piccoli imprenditori e commercianti che sono costretti a chiudere la loro attività e si considerano responsabili delle difficoltà in cui mettono i propri dipendenti. Dopo il caso dell'imprenditore edile di Camposampiero (PD), assommano a 18 negli ultimi 16 mesi i suicidi prodotti dalla crisi nella sola Regione Veneto.

Negli ultimi due anni, secondo i dati CISL, sono stati 42 mila tra imprenditori, artigiani e lavoratori autonomi costretti a chiudere la propria attività. L'anno scorso, in Italia sono stati dichiarati 9255 fallimenti, ossia +23% rispetto al 2008. Sia la Confindustria che i Sindacati denunciano la gravità della situazione e prevedono per l'anno in corso la perdita di altri 200.000 posti di lavoro. Perciò chiedono che le politiche di contrasto alla crisi e di rilancio dello sviluppo diventino più incisive e consistenti. 

Le carceri italiane hanno toccato il centesimo suicidio in 18 mesi, il 24° dall’inizio dell'anno, più di uno a settimana. Ma il suicida nel carcere di Como non ha trovato alcuno spazio nei tg. Una situazione che conferisce al paese un vera patente di inciviltà e sulla quale vanno accesi i riflettori. 
Visita in proposito il sito Ristretti orizzonti.

Tragico e inquietante il caso di Mariarca Terracciano, l'infermiera di 45 anni, dell'ospedale San Paolo di Napoli, che nelle scorse settimane aveva protestato contro il mancato pagamento degli stipendi nella Asl Napoli togliendosi 150 ml di sangue al giorno.  La donna che aveva sospeso la sua singolare protesta ma aveva proseguito lo sciopero della fame, è stata colta da un improvviso malore mentre si trovava al lavoro nel reparto di maternità dell'ospedale partenopeo. Si è spenta dopo tre giorni di agonia  ed il marito ha deciso di donare gli organi.



La vicenda di Mariarca Terracciano
su Articolo 21

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