21 marzo 2010

LO SLOGAN DELL"AMORE" NEGLI OCCHI E LE INGIURIE SPREZZANTI DELL'"UNTO" NELLE ORECCHIE

"Un comizio da capopopolo, non da leader politico e men che meno da premier"

 Io ci ho trovato:
  • L'amore annunciato ma tradito e negato dalle parole e dai toni usati. 
  • I soliti slogan senza nulla di costruttivo, gli insulti e le bugie di sempre. 
  • L'impegno corale dei candidati alla presidenza delle regioni nelle mani dell'"unto" che richiamano il "contratto con gli italiani" sottoscritto 15 anni fa sulla scrivania di Vespa. 
  • Le parole d'ordine demagogiche, banali e insulse, rivolte con enfasi verso cittadini trattati come sudditi o bambini al catechismo, adeguatamente distinte perchè i "sì" non si confondessero con i "no". Scena disgustosa, sgradevole, regressiva che non avremmo voluto vedere in un Paese democratico, repubblicano, moderno e avanzato che ha conosciuto e sconfitto il fascismo attraverso la lotta di liberazione. 
  • E fra le carte dei tarocchi, esibite come trofei dal "popolo dell'amore", non avremmo voluto vedere l'immagine di Paolo Borsellino, il giudice soppresso dalla mafia insieme a Falcone. E questo mentre a Milano, nella Giornata in ricordo delle vittime delle mafie, si leggevano i nomi di altre 900 pesone cadute sotto i colpi micidiali dell'antistato. 
VERGOGNA!
Non aggiungo altro, lascio solo il video del gran demagogo alle vostre libere considerazioni.

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