Finalmente Agrigento alla ribalta della cronaca nazionale non per un fatto di nera o di mafia, ma per una scelta coraggiosa e coerente della sua chiesa: il presepe senza Magi in cattedrale.
Il presepe anomalo e insolito è stato allestito con il consenso dell'arcivescovo, Francesco Montenegro, nella Cattedrale di Agrigento. Obiettivo: far riflettere sul tema dell'accoglienza. I Re Magi sono stati sostituiti da un cartello con la scritta: Attenzione, si avvisa che quest'anno Gesù bambino resterà senza regali: i Magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati. "C’è ancora una cultura di non accoglienza – ha precisato il vescovo alla Radio Vaticana – per cui nonostante facciamo festa al Bambino Gesù ci accorgiamo che il nostro cuore è chiuso agli altri - Non possiamo emozionarci davanti a un bambino di gesso e rimanere indifferenti davanti a un bambino di carne, e di questi ne sono morti tanti in mare".
In una terra come la Sicilia, crocevia di popoli e nazioni, storicamente aperta all'accoglienza e alla convivenza con culture diverse come la ebrea e la musulmana, la scelta apertamente provocatoria della sua chiesa spinge a riflettere seriamente sul messaggio cristiano autentico e sembra cozzare con l'operazione "White Christmas" con cui il comune leghista di Coccaglio, nel bresciano, ha inaugurato la caccia al clandestino in nome del Natale.
Nell'un caso e nell'altro i cattolici hanno reagito comprensibilmente in maniera contraddittoria.
Sarebbe opportuno che la Chiesa di Roma dicesse in proposito una parola di verità. Ma per farlo deve liberarsi finalmente dal fardello pesante del legame esecrabile con la politica e tornare alla pratica evangelica sull'esempio di Cristo e di San Francesco.
Se vuoi approfondire le mie idee sull'argomento, vedi anche:
LA CROCE SENZA CRISTO E I SEPOLCRI IMBIANCATI
BUON NATALE ANCHE A QUELLI CHE...
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