14 maggio 2009

Silvio: tra vizi privati e pubblici attributi?

Era prevedibile che i cani da guardia del cavaliere si sarebbero scatenati come iene contro Veronica, azzanandola agli stinchi, nel tentativo di toglierle credibilità. Del resto è stato da sempre il loro mestiere, quello di aggredire con estrema violenza chiunque rappresenti un problema alla magnifica ascesa del loro padrone. In proposito, rinvio alla bella pagina di Natalia Aspesi su Repubblica "Veronica e le donne al tempo del Cavaliere".

Anche Cacciari apre un siparietto sul tema, invitando Veronica ad essere più esplicita riguardo alla frequentazione di minorenni che può, in certe condizioni, configurarsi come reato.






Al premier, poi, che non vuole un'Italia multietnica e si assume la responsabilità del "respingimento", va ricordato che l'Italia, con oltre 4 milioni di stranieri, è già oggi una nazione cosmopolita e multietnica. Gli immigrati regolari nel nostro Paese sono circa il 6% della popolazione, le imprese gestite da stranieri crescono di oltre il 10% annuo, gli alunni con cittadinanza non italiana presenti nel sistema scolastico nazionale rappresentano il 6,4% del totale degli alunni, corrispondenti a 574.133 unità. Un bambino su 10 è figlio di immigrati e si stima che nel 2050 gli extracomunitari potrebbero rappresentare dal 17 al 20% della popolazione residente in Italia; se l'aumento percentuale dovesse restare costante, le nascite di bambini stranieri potrebbero addirittura superare quelle made in Italy.


Allora delle due l'una: o chi ci governa ignora la realtà del nostro paese o, viceversa, continua a prendere in giro la gente.

A questo punto, ciò che un governo serio di un paese civile dovrebbe attuare è una sana politica dell'accoglienza e dell'integrazione, senza utilizzare il miope paravento delle idiosincrasie leghiste o lo spauracchio dei posti di lavoro che, in un periodo di crisi come l'attuale, si riducono. Gli immigrati sono persone non figurine, la maggioranza di loro risulta inserita nel sistema produttivo e nel mondo del lavoro (imprese di servizi, agricoltura, industria, servi sociali ecc.) e il sistema dei punti, di cui si è tanto parlato a sproposito in questi giorni, appare più un gioco che uno strumento utile a risolvere il problema.


Dovremmo solo ricordare il nostro recente passato di migranti nel mondo e affrontare il problema da paese civile e nel rispetto delle convenzioni internazionali da noi sottoscritte.

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