La Festa della Liberazione e le resistenze esemplari della gente comune, "perché la Resistenza non è mai finita, anche oggi c'è sempre da resistere a qualcosa": questo il tema scelto dal giornalista per il suo rientro televisivo, con un occhio agli ascolti e l'animo del cronista, "mi preoccupo di cercare di dire una verità in più di quelle che si dicono, e questo esaurisce la mia parte".
Ci sono le storie: gli operai di Bollate che sono riusciti a rilevare la loro fabbrica dismessa, i "nuovi poveri" che occupano le case a Roma. E un lungo omaggio ai giornalisti morti al fronte, che fosse guerra o terrorismo: Cutuli e Fava, Alpi e Impastato, Casalegno e Baldoni, Alfano e Ciriello. C'è Paolo Rossi, "il signor Rossi" alle prese con i conflitti di un condominio-Paese, dietro i quali si intravedono Aldo Moro e Piazza Fontana, Ustica, Bologna, Calvi e Sindona. Un rientro salutato con grande favore da più parti. L'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, parla di "un giorno di festa per il giornalismo libero" e accoglie Biagi con un "bentornato, maestro". Un auspicio dalla Federazione nazionale della stampa italiana: il rientro del giornalista deve rappresentare "il ripristino della normalità di un sistema dell'informazione radiotv, non solo pubblica, che tuteli i principi del pluralismo", "il potere politico, tutto, impari a rispettare sempre la libertà d'espressione".
Da: La repubblica 22 aprile 2007
Ora e Sempre Resistenza!
LO AVRAI CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRÀ A DECIDERLO TOCCA A NOI
NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITÀ
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIÚ DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI S'ADUNARONO
PER DIGNITÀ NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI TROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
Questa poesia, nella narrativa dell'epopea Partigiana tra le più celebri, è di Piero Calamandrei, ci consegna a noi per tramandarla ai nostri figli, la definizione piú chiara ed esatta della Resistenza: ``... Patto giurato fra uomini liberi che volontari s'adunarono, per dignità non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo''. Questo è anche il nostro augurio, affinchè i giovani sappiano e ricordino in futuro per i caduti di ieri e per coloro che oggi non si arrendono all'incalzante opera di revisione della storia!
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