08 dicembre 2008

Il Contagio della felicità, di Elena Dusi

Una ricerca americana, durata 20 anni, con 5.000 persone osservate, dimostra come la gioia passi di persona in persona. La felicità non riesce a stare sola. Traspare dagli occhi, trasuda nelle mani, vibra nel corpo e alla fine come un virus scappa e si trasmette a chi si trova accanto. E c'è un gruppo di scienziati che ha provato a disegnare una mappa del "contagio", chiedendo a 5mila individui, per ben vent'anni di seguito, quanto si sentissero felici, facendo il riscontro con mogli, fratelli, amici e vicini di casa.


Il servizio di E. Dusi su Repubblica è interessante e bello da leggere, ma non mi sembra che la ricerca americana sulla felicità approdi a risultati significativi e originali - come spesso succede alle ricerche degli americani, rese ovvie e scontate dal buon senso comune. "Il riso - come diceva Abramo Lincoln - ha il duplice privilegio di essere affascinante e contagioso". C'è arrivato senza fare una ricerca costosa e ventennale sul fenomeno, ma osservando i suoi simili e i loro comportamenti. Risulta evidente, per averlo verificato spesso, che la gioia, ma anche la malinconia, si trasmette a ciascuno di noi quando si sta vicini a persone allegre o malinconiche. Gran parte dei comportamenti umani sono contagiosi: a teatro, ad esempio, l'applauso parte spesso dal singolo spettatore e si amplifica in tutta la platea. Mi sembra la scoperta dell'acqua calda!

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