VENEZIA - Il «gestaccio» di Umberto Bossi verso l'inno di Mameli configura l'ipotesi di vilipendio, ma non commesso in veste di ministro. A decidere sul dito medio alzato dal leader del Carroccio nel corso di un comizio il 20 luglio scorso dovrebbe così essere l'autorità giudiziaria di Padova e non il Tribunale dei ministri.
Ormai siamo abituati ai gesti volgari dei leghisti, ma questo è qualcosa di più, è un'offesa grave a tutti coloro che si sentono italiani, a quanti in nome dell'Italia hanno patito e sono morti, a quanti all'estero vivono nel ricordo della terra d'origine. Un gesto simile è intollerabile e va severamente punito, anche se a compierlo è un ministro in carica di bassa lega.
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